Ecco la sintesi della relazione sulla biopsia rm guidata della mammella presentata al primo congresso nazionale di senologia avvenuto a Riccione dal 3 al 5 dicembre 2009. Si ringrazia l'autore e nostro iscritto Nicola Icoresi Mazzeo, AOU S. Anna di Ferrara . Vedi Foto

Biopsia RM guidata

 

Tra tutte le tecniche di imaging la RM mammaria risulta avere la più alta sensibilità con valori compresi tra il 95.0% e il 99.0% ed una specificità variabile.

 

Per questo motivo, quando eseguiamo una RM mammaria, possiamo .....

 

spesso trovare nuove focalità;

Nonostante si seguano correttamente le indicazioni e si rispettino i requisiti tecnici, l’identificazione di una nuova focalità in corso di esame RM mammaria, porta spesso a nuovi problemi, rappresentati principalmente da una errata caratterizzazione, con rischio di falsi positivi.

 

Nel caso si identifichino focalità alla sola RM e queste presentino caratteri morfo-dinamici sospetti, è necessario quindi verificare se si tratta di lesioni sfuggite all’imaging tradizionale.

Dopo un’accurata rivalutazione (2nd look), nel caso il reperto sia visibile con la sola RM, dobbiamo prendere in considerazione l’opportunità di eseguire una biopsia RM-guidata.

 

Cosa serve per eseguire una biopsia RM guidata e quali sono le tecniche disponibili per eseguire il prelievo?

 

  • Strumentazione: RM (con bobina dedicata) + sistema VAB
  • Tecnica: “Griglia Universale” o “sitsema Post & Pillar”
  • Raccomandazioni per un corretto uso della tecnica VAB-RM
  • Procedure per il posizionamento del paziente.
  • Procedure per l’acquisizioni delle immagini.
  • Procedure per il calcolo delle coordinate (manualmente o tramite ausilio di Cad-Rm).
  • Procedure per la biopsia ed il posizionamento del repere.

 

Per quanto riguarda le indicazioni:

· la paziente deve essere in grado di tollerare la posizione prona per tutta la durata della procedura (massimo 60’);

· devono essere esclusi i rischi legati alla RM (con particolare riferimento all' insufficenza renale), all’accesso dell’ago in prossimità della parete toracica, all’anestetico locale, ad allergia nei confronti di ogni tipo di medicazione, al sanguinamento, ecc.;

· la paziente deve fornire il consenso informato;

· deve essere rilasciata una “clip” di reperaggio al termine della procedura.

 

Per quanto riguarda la procedura:

· la probe da utilizzare per la VAB deve avere un Ø ≥ 11 G;

· per ogni lesione deve essere utilizzato un ago nuovo (Per evitare contaminazione crociata);

· il numero medio di frustoli con probe da 11G deve essere ≥ 24 (4 giri) (o volume corrispondente);

· l’obiettivo deve essere quello di asportare una sufficiente porzione di lesione a scopo diagnostico (non terapeutico in caso di malignità);

· deve essere prodotta una documentazione della procedura (sequenza/e post- biopsia RM): minimo una sequenza e, se necessario, un’ulteriore somministrazione di MDC con un’altra sequenza post-MDC.

 

Per quanto riguarda la curva di apprendimento e l'assicurazione di qualità:

 

· deve mantenere l’esperienza in base al numero di procedure che effettua ogni anno;

· il team deve avere familiarità con la procedura VAB;

· una sufficiente esperienza può essere raggiunta dopo l’esecuzione di 25 procedure VAB-RM (curva di apprendimento);

· perché tale esperienza si mantenga nel tempo sarebbe necessario che il team eseguisse almeno 10-15 procedure VAB-RM/anno (curva di mantenimento).

 

 

Considerazioni finali:

Si raccomanda di non eseguire la procedura VAB sotto guida RM se non vi è già provata esperienza nell’uso della VAB e dell’imaging RM della mammella all’interno di un Centro di diagnostica integrata multimodale.