Di seguito espongo un'ottima recensione del corso di aggiornamento svoltosi sabato 18 Aprile 2009 presso il centro Loris Malaguti di Reggio Emilia a cura del grande Simone...buona lettura!
"L’obbiettivo di tale corso era quello di analizzare e interpretare le funzioni e le responsabilità dei ruoli manageriali nell’assistenza e nella didattica/formazione delle nostra Professione.
Nella prima parte del corso si è cercato di chiarire, alla luce della normativa vigente, quali sono le figure di responsabilità all’interno delle Organizzazioni Sanitarie e come tali figure siano portatrici di uno sviluppo della professione. A tal proposito l’intervento del dott. Lorenzo Broccoli, direttore del Servizio Attività Giuridico-Amministrativa e Sviluppo delle Risorse Umane in ambito Sanitario della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali della regione Emilia Romagna, ha dapprima ricordato come le figure dirigenziali delle Professioni Sanitarie siano relativamente recenti (introdotte solo formalmente con la legge 251 del 2000) rispetto ai dirigenti della Professione Medica. Precisamente, dopo la legge 502/92 (Riforma dell’aziendalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale) qualsiasi medico neo-assunto acquisisce da subito la carica di dirigente. Questo perché il nostro Sistema Sanitario fin dalla nascita è stato amministrato e gestito solo da personale medico; ma recentemente qualcosa sta cambiando e anche alle altre Professioni viene riconosciuta la facoltà di coordinarsi e di avere delle figure dirigenziali. Tale riconoscimento è senz’altro dovuto all’evoluzione che la nostra professione ha avuto in questi ultimi anni. Tuttavia, se da un lato esistono già le leggi che regolamentano le nostre figure dirigenziali (legge 251/00, legge 43/06) e addirittura il Contratto Collettivo Nazionale per i Dirigenti delle Professioni Sanitarie, dall’altro la normativa a tuttoggi non rappresenta la realtà e si assiste piuttosto ad una vera e propria anarchia di gestione e di attribuzione delle cariche dirigenziali “all’Italiana”, cioè con una libera interpretazione; ad esempio ad una sola figura professionale (molto spesso un infermiere) è attribuita la responsabilità in toto di tutte le Professioni Sanitarie. Ma vi sembra giusto tutto ciò? Questo disordine comunque, non si arresta solo alle funzioni di dirigente ma è oggigiorno motivo di discussione anche per la figura di coordinatore; dove sebbene la legge 43/06 sia chiara nello stabilire che ogni coordinatore deve possedere un master di primo livello in “organizzazione e coordinamento”, nella pratica quotidiana molti coordinatori ne sono ancora privi. Da notare per di più come attualmente esista un vuoto normativo su tale figura: com’è possibile, infatti, che gli sia riconosciuta una maggiore responsabilità organizzativa ma sia ancora inquadrato nel CCNL del Comparto? Non sarebbe il caso di creare un nuovo CCNL soltanto per la loro figura che nella sola Emilia Romagna conta più di 3000 professionisti distribuiti nelle varie Professioni Sanitarie?
Le seguenti relazioni hanno poi fatto conoscere alla platea come le figure dirigenziali si stiano integrando nelle Aziende Sanitarie, portando l’esempio del dott. Thomas Kirchlechner per l’ASL di Bolzano e di Secondo Barbera per l’ASL di Biella.
Anche il nostro coordinatore del Corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia, Prof. Carlo Magri, è intervenuto presentando in che modo una figura manageriale sia di fondamentale importanza all’interno di un corso di laurea e di come anche in questo campo le figure già esistenti non siano tra loro sovrapponibili, poiché create secondo il volere e potere dei Rettori e dai Consigli dei Corsi di Laurea delle diverse Università senza alcuna regola comune a livello Nazionale.
Molto interessante, a mio avviso, è stato l’intervento del Prof. Mario Del Vecchio, professore di Management presso l’Università Bocconi di Milano, che ha fatto notare come la sola crescita della Professione a livello manageriale sia riduttiva, poiché è giusto dire che la legittimazione passa anche nel creare delle figure organizzative, però è necessario anche crescere la professione in se stessa e nella sua professionalità. Ha affermato, infatti, perché un bravo tecnico dovrebbe crescere professionalmente solo cambiando lavoro e diventando un manager? Non è possibile una crescita professionale all’interno del nostro lavoro? Tale messaggio è sicuramente veritiero, ma è altresì necessario che tutti i professionisti lo facciano proprio. Per intenderci, esistono già master di primo e secondo livello professionalizzanti, come ad esempio quello in “Amministratore di Sistema”, ma passa anche un secondo messaggio all’interno della professione: perché farlo se poi si può ugualmente ottenere la carica di Amministratore di Sistema anche senza possederlo? E anche questo è un punto su cui la nostra Professione deve riflettere a lungo… Il Prof. Del Vecchio ha poi concluso tentando di spronarci, dicendo che: bisogna guardare al mutamento delle Aziende Sanitarie e delle Organizzazioni (Università) per anticipare i tempi e trovarsi al posto giusto, al momento giusto e con le conoscenze giuste per riuscire a ritagliarci nuovi spazzi professionali all’interno degli ambienti di lavoro.
Ultimo ad intervenire è stato il dott. Pietro Messori del Collegio Professionale di Modena-Reggio Emilia che ha esposto quali siano le prospettive di trasformazione delle Aziende Sanitarie nel prossimo futuro ed ha incoraggiato tutti noi a seguire con interesse tali mutamenti, perché potrebbero diventare fondamentali per la nostra crescita professionale. Ha per di più lanciato la proposta di un “Convegno Nazionale per le Funzioni di Management dell’area Tecnico Sanitaria” perché a suo parere sarebbe necessario per fare il punto sulla professione e delineare insieme degli obbiettivi di crescita. Se volete, ha lascito il suo indirizzo e-mail per contattarlo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In generale penso che il corso abbia centrato gli obbiettivi di partenza e che sia stato molto utile per farci riflettere su noi stessi e il nostro ruolo all’interno delle Organizzazioni Sanitarie; ritengo però che tali argomenti fossero meritevoli di ulteriori approfondimenti, che in un tempo cosi limitato (poco meno di 5 ore) non hanno avuto il giusto tempo per essere discussi.
Ricordo infine che, secondo quanto detto dagli organizzatori del corso, tutte le presentazioni saranno disponibili a breve sul sito internet del collegio di Modena-Reggio Emilia all’indirizzo: www.tsrm-more.org."
Dott. TSRM Simone Tugnoli Peron